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Mistica.Blog - Pagine di mistica e spiritualità a cura di
Antonello Lotti
Kees
Van Dongen, Campi di papaveri, 1906
«Per
l'anima non è mai notte.
Mi stupisco tu possa volere tanto il
giorno!
Fra
i libri che si possono consultare troviamo:
ANGELUS
SILESIUS, Il pellegrino cherubico, (a cura di
Giovanna Fozzer e Marco Vannini), Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo
1999
Il
testo citato contiene uno stupendo saggio introduttivo dei curatori
che dà un'interpretazione esaustiva del testo in questione e delle
tematiche affrontate.
ANGELUS
SILESIUS, Il silenzio
felice, (a cura di Marco Vannini), Leonardo -Mondadori, Milano
1997
Il
testo è una semplice introduzione all'opera ad Angelus Silesius,
riportante alcuni aforismi e una introduzione semplice. Rimane un
testo per accostarsi all'Autore, ma l'opera più importante rimane
quella precedentemente citata.
DANIEL
CZEPKO, Sapienza
mistica, (a cura di Giovanna Fozzer e Marco Vannini), Morcelliana,
Brescia 2005
Prima
traduzione italiana dei distici di Daniel Czepko von Riegersfeld,
raccoglie il testo del 1655 del poeta ispiratore di Silesius. Il testo
ha una interessante introduzione oltre a note a corredo dei vari
aforismi.
Angelus Silesius
Nota
Biografica
Angelus
Silesius nasce a Cracovia nel dicembre del 1624 con
il nome di Johannes Scheffler. Il padre, Stenzel Scheffler era
divenuto nobile nel 1597 per meriti militari. La sua era una
famiglia di luterani ortodossi.
Nel
1637 il padre muore. Due anni più tardi, Johannes si reca a
Breslavia per frequentare il ginnasio. La madre, Maria Magdalena
Hennemann muore un mese dopo il suo ingresso al collegio. Fu al
ginnasio che inizia a comporre le sue prime poesie.
Nel
1643 lascia Breslavia per recarsi a Strasburgo, dove studia
diritto e medicina. Successivamente è a Padova dove nel 1648
si laurea in filosofia e medicina. In questo periodo comincia a
leggere autori come Taulero e probabilmente Eckhart. Visita anche
molti luoghi cattolici e viene in contatto con molti membri delle
varie confessioni presenti allora in Olanda.
Nel
1649 ottiene l'incarico di medico di corte del duca Sylvius
Nimrod von Württemberg in una cittadina poco distante da Breslavia.
Il duca è un luterano molto osservante. Qui entra in contatto con
Daniel Czepko von Riegersfeld, un poeta cultore di letteratura
religiosa. Si sviluppa in lui il gusto per l'aforisma religioso.
Nel
1652 si dimette dall'incarico di medico a causa di un
conflitto con il predicatore luterano di corte. Intanto si fa più
forte il problema della sua conversione. Il conflitto interiore era
particolarmente grande al punto che lo espone proprio in un suo
scritto pubblicato nel 1653.
Il
12 giugno 1653, nella Chiesa di San Mattia a Breslavia,
Johannes si converte alla fede cattolica, prendendo il nome di
Angelus Silesius, nome con cui pubblicherà, da quel momento, tutte
le sue opere.
Nel
1654 viene nominato medico di corte dell'imperatore
Ferdinando III. Nel 1657 vengono pubblicati gli aforismi
scritti in tanti anni. Col proposito di rinunciare ai propri beni,
costituisce fondazioni in favore di monasteri e di poveri. Intanto,
nel 1661, probabilmente per sua intercessione, viene revocato
l'editto con cui venivano vietate le processioni solenni. In quello
stesso anno, viene ordinato sacerdote e l'anno successivo ottiene
l'autorizzazione per la processione pubblica del Corpus Domini.
Nel
1671 viene ospitato per qualche tempo in un monastero
cistercense. In quell'ambiente, trova la pace che aveva cercato per
molti anni, pace anche e soprattutto dalle polemiche e dai duri
attacchi che provenivano dai luterani, ex correligionari, con cui si
era scontrato spesso.
In
questi ultimi anni della sua vita vive in assoluta povertà, in
solitudine e in contemplazione. Si acuiscono i mali che lo
assillavano da tempo, anche grazie alle continue pratiche ascetiche
cui si sottoponeva. Il 9 luglio 1677 muore. Viene sepolto
nella Chiesa di San Mattia, nel cui convento aveva vissuto questi
ultimi anni.
Il
libro "Il pellegrino cherubico"
Frontespizio
dell'edizione tedesca
Il
testo in questione è di ordine poetico. Si compone di 1675 brevi
componimenti poetici, epigrammi, aforismi. Si tratta di sentenze
rimate in distici alessandrini. L'opera non è totalmente originale in
quanto si ispira ad alcuni autori quali Daniel Czepko von Riegersfeld
(1605-1660), che aveva già scritto distici alessandrini (vedi
Bibliografia
e links di questa pagina), ed anche Theodor von Tschesch
(1595-1649) e John Owen (1560-1622). Nella poesia del Pellegrino
cherubico dunque si possono rintracciare stili e moduli già
conosciuti, ma il senso dell'intera opera rimane specifico: la teologia
mistica. Si ispira ad autori e figure importanti su cui emergono Taulero
e soprattutto Eckhart.
I
temi del libro
I
temi dell'opera sono fondamentalmente tre: l'amore, il distacco, la
generazione del Lógos nell'anima, ossia, in termini eckhartiani,
la vita divina nell'unità dello Spirito.
1.
Amore:
A
partire dalla bellezza delle cose terrene, l'anima si muove verso
l'amore della bellezza in sé, del bene in sé, dove l'amore cessa di
essere legame, passione, per identificarsi con la cosa amata. Il
cammino dell'amore è di progressivo distacco: bisogna imparare a non
amare per imparare ad amare, scartando le false immagini di Dio. Al
termine del cammino, amore, amante e amato sono una cosa sola: in
questo senso, l'amore è lo Spirito Santo, l'amore in cui l'uomo ama
Dio è lo stesso in cui Dio ama l'uomo, un unico amore, una stessa
vita.
2.
Distacco:
Significa
soprattutto la fine della volontà propria, la fine di ogni legame,
scorgere la finitezza, il relativo di ogni determinazione,
conquistando così il punto della totalità. La fine dell'ego non
significa però la perdita di se stessi, ma solo della componente
accidentale, non essenziale, per ritrovare ciò che davvero ci
costituisce, ossia la sostanziale realtà spirituale. Il cammino del
distacco, in forza del quale si scarta sempre ogni finitezza, ogni
perché, con un amore che tende sempre all'infinito, è perciò un
cammino che conduce alla vera conoscenza di noi stessi.
3.
Generazione del Lógos:
Già
presente nella patristica greca, e conosciuta anche grazie alla
terminologia eckhartiana, essa indica la vita divina
nell'unità dello spirito. La condizione prima della nascita del Verbo
è il distacco, esperienza che deve essere assunta nella sua
totalità. Ciò significa fare spazio a Dio nell'anima, rimosso che si
ha il determinato (l'accidentale, tutto ciò che non è Dio e ci lega
a questo mondo). Dio è generato dall'uomo non in senso
oggettivistico, ma nel senso che il suo vero luogo per noi è lo
Spirito e che esso è tale solo quando è in noi e diventa Spirito nostro.
Breve
Antologia
Qui
di seguito prenderemo solo alcuni degli aforismi del libro, distinti
secondo un criterio (del tutto personale ed opinabile) che li raggruppa
in queste quattro grandi aree tematiche:
a)
DIO
b)
DISTACCO
c)
UOMO
d)
AMORE
Il
criterio di esposizione, all'interno di ciascun tema, sarà nell'ordine
del libro citato in Bibliografia, ossia secondo i sei libri ed il numero
associato alla frase.
PRIMO
TEMA: "DIO"
Ancora
oltre Dio si deve andare
Dov'è
la mia dimora? Dove non siam né io né tu.
Dove
il mio fine ultimo, cui devo giungere?
Dove
nessun fine si trova. Ove dunque mi volgerò?
Ancora
oltre Dio, a un deserto, devo tendere. (I, 7)
Man
muß noch über Gott
Wo
ist mein Aufenthalt? Wo ich und du nicht stehen.
Wo
ist mein letztes End, in welches ich soll gehen?
Da,
wo man keines findt. Wo soll ich denn nun hin?
Ich
muß noch über Gott in eine Wüste ziehn.
Dio
non si afferra
Dio
è un puro nulla, il qui e l'ora non lo toccano:
Quanto
più vuoi afferrarlo, tanto più ti sfugge. (I, 25)
Gott
ergreift man nicht
Gott
ist ein lauter Nichts, ihn rührt kein Nun noch Hier:
Je
mehr du nach ihm greifts, je mehr entwird er dir.
Dio
è ciò che vuole
Dio
è cosa mirabile: è ciò che vuole,
Vuole
ciò che è, senza misura e senza perché. (I, 40)
Gott
ist das, was er will
Gott
ist ein Wunderding: er ist das, das er will,
Und
will das, was er ist, ohn alle Maß und Ziel.
Come
si fonda Dio?
Dio
si fonda senza fondo, si misura a dismisura:
Se
con lui sei un sol spirito, uomo, lo capisci. (I, 42)
Wie
gründer sich Gott?
Gott
gründt sich ohne Grund und mißt sich ohne Maß:
Bist
du ein Geist mit ihm, Mensch, so verstehst du das.
La
serena indifferenza di Dio
Chi
in dolore gioia e pena immutabile rimane
Ben
poco dista ormai dalla serena indifferenza di Dio. (I, 51)
Die
Gleichheit Gottes
Wer
unbeweglich bleibt in Freud, in Leid, in Pein,
Der
kann nunmehr nicht weit von Gottes Gleichheit sein.
Nella
debolezza si trova Dio
Chi
sui piedi è malcerto e con gli occhi non vede
Si
guardi intorno se vede in qualche luogo Dio. (I, 57)
In
Schwachheit wird Gott gefunden
Wer
an den Füßen lahm und am Gesicht ist blind,
Der
tue sich dann um, ob er Gott irgends findt.
La
povertà è divina
Dio
è la cosa più povera, se ne sta nudo e libero:
Perciò
dico a ragione che povertà è divina. (I, 65)
Armut
ist göttlich
Gott
ist das ärmste Ding, er steht ganz bloß und frei:
Drum
sag ich recht und wohl, daß Armut göttlich sei.
Come
si vede Dio?
Dio
abita in una luce cui strada non conduce:
Chi
luce non diventa, non lo vede in eterno. (I, 72)
Wie
sieht man Gott?
Gott
wohnt in einem Licht, zu dem die Bahn gebricht:
Wer
es nicht selber wird, der sieht ihn ewig nicht.
Nella
mitezza abita Dio
Rendi
mite il tuo cuore: poiché nella bufera,
In
terremoti e fuoco non puoi trovare Dio. (III, 142)
In
Sanftmut wohnt Gott
Besänftige
dein Herz: Gott ist in starken Winden,
In
Erdbewegungen und Feuer nicht zu finden.
Dio
è tutto in tutto
In
Cristo Dio è Dio, negli angeli figura angelica,
Nell'uomo
uomo, e tutto in tutto quel che vuoi. (V, 214)
Gott
ist in allem alles
In
Christo ist Gott Gott, in Engeln englisch Bild,
In
Menschen Mensch und alls in allen, was du wilt.
Dio
giunge prima che tu lo desideri
Se
desideri Dio e d'essere suo figlio,
Egli
è già dentro te e te lo concede. (V, 284)
Gott
kommt, eh du ihn begehrest
Wenn
dich nach Gott verlangt un wünschst sei Kind zu sein,
Ist
er schon vor in dir un gibt sir solches ein.
SECONDO TEMA: "DISTACCO"
Il
distacco
Più
t'abbandoni in Dio, più egli nasce in te;
Né
meno né più t'aiuta nelle tue pene. (I, 22)
Die
Gelassenheit
So
viel du Gott geläßt, so viel mag er dir werden;
Nicht
minder und nicht mehr hilft er dir aus Beschwerden.
Nulla
devi essere, nulla volere
Uomo,
se ancora qualcosa sei, sai, ami e possiedi,
Credimi,
dal tuo carico libero non sei ancora.
(I, 24)
Du
mußt nichts sein, nichts wollen
Mensch,
wo du noch was bist, was weißt, was liebst und hast,
So
bist du, glaube mir, nicht ledig deiner Last.
Il
qualcosa si deve abbandonare
Finché
ami qualcosa, uomo, non ami nulla:
Dio
non è questo e quello, perciò lascia il qualcosa. (I, 44)
Das
Etwas muß man lassen
Mensch,
so du etwas liebst, so liebst du nichts fürwaht:
Gott
ist nicht dies und das, drum laß das Etwas gar.
Il
non potere che può
Chi
nulla brama, né ha, né sa, nulla ama e vuole,
Ancor
sempre molto ha, molto sa, molto brama e vuole. (I, 45)
Das
vermögende Unvermögen
Wer
nichts begehrt, nichts hat, nichts weiß, nichts liebt, nichts will,
Der
hat, der weiß, begehrt und liebt noch immer viel.
Devi
spogliarti delle immagini
Spogliati
delle immagini, così sei pari a Dio
Ed
in perfetta quiete sei per te il tuo cielo. (II, 54)
Entbildet
mußt du sein
Entbilde
dich, mein Kind! So wirst du Gotte gleich
Und
bist in stiller Ruh dir selbst dein Himmelreich.
Il
distacco
Forza,
potere, capacità, sapienza, ricchezza, splendore non voglio:
Voglio
soltanto essere un Figlio nel Padre mio. (II, 135)
Die
Gelassenheit
Ich
mag nicht Kraft, Gewalt, Kunst, Weisheit, Reichtum, Schein:
Ich
will nur als ein Kind in meinem Vater sein.
L'esser
vuoto veramente
L'esser
davvero vuoto è come un nobile vaso
Che
dentro ha nettare: ha e non sa che cosa. (II, 209)
Die
wahre Ledigkeit
Die
wahre Ledigkeit ist wie ein endles Faß,
Das
Nektar in sich hat: es hat und weiß nicht was.
TERZO TEMA: "UOMO"
Ciò
che è prezioso dura
Puro
come l'oro più puro, saldo come una roccia,
Come
cristallo limpidissimo dev'essere il tuo cuore. (I, 1)
Was
fein ist, das besteht
Rein
wie das feinste Gold, steif wie ein Flesenstein,
Ganz
lauter wie Kristall soll dein Gemüte sein.
Da
te viene l'inquietudine
Nulla
è ciò che ti muove: sei proprio tu la ruota
Che
da se stessa gira e non ha pace. (I, 37)
Die
Unruh kommt von dir
Nichts
ist, das dich bewegt: du selber bist das Rad,
Das
aus sich selbsten lauft und keine Ruhe hat.
La
virtù risiede nella quiete
Finché
con sforzo e pena, uomo, pratichi la virtù,
Non
la possiedi ancora: la cerchi soltanto. (I, 53)
Die
Tugend sitzt in Ruh
mensch,
wo du Tugend wirkst mit Arbeit un mit Müh,
So
hast du sie noch nicht: du kriegest noch um sie.
La
sorgente è in noi
Non
devi invocar Dio! La sorgente è in te:
Se
non la fermi tu, scorre di continuo. (I, 55)
Der
Brunnquekk sit in uns
Du
darfst zu Gott nicht schrein! Der Brunnquell ist in dir:
Stopfst
du den Ausgang nicht, er flösse dür und für.
Un
abisso chiama l'altro
L'abisso
della mia anima chiama sempre a gran voce
L'abisso
di Dio: dimmi, quale è più profondo? (I, 68)
Ein
Abgrund ruft dem andern
Der
Abgrund meines Geists ruft immer mit Geschrei
Den
Abgrund Gottes an: sag, welcher tiefer sei?
Ogni
cosa al suo posto
Sta
l'uccello nell'aria, la pietra sul suolo,
Vive
nell'acqua il pesce, il mio spirito nelle mani di Dio (I, 80)
Ein
jedes in dem seinigen
Der
Vogel in der Luft, der Stein suht auf dem Land,
Im
Wasser lebt der Fisch, mein Geist in Gottes Hand.
Bisogna
diventare unità
Se
vuoi che l'amore ti sottragga al dolore
Unisci
prima a Dio la tua umanità. (I, 245)
Es
muß vereinigt werden
Im
Fall die Liebe dich versetzen soll aus Pein,
Muß
deine menschheit vor mit Gottes eines sein.
Solo
e non solo
Fuggo
certo la folla, ma non sono mai solo:
Come
potrei stare senza il mio Salvatore? (III, 226)
Allein
und nicht allein
Ich
fliehe zwar das Volk, bin aber nie allein:
Denn
weh, wie sollte mir ohn meinen Heiland sein!
QUARTO TEMA: "AMORE"
L'amore
fa forza a Dio
Ove
Dio oltre Dio portarmi non volesse
A
ciò lo forzerei col puro amore. (I, 16)
Die
Liebe zwingt Gott
Wo
Gott mich über Gott nicht sollte wollen bringen,
So
will ich ihn dazu mit bloßer Liebe zwingen.
Si
ama anche senza conoscere
Amo
una cosa sola e cosa sia non so;
E
per questo l'ho scelta, perché non la so. (I, 43)
Man
liebt auch ohn erkennen
Ich
lieb ein einzig Ding und weiß nicht, was es ist;
Und
weil ich es nicht weiß, drum hab ich es erkiest.
L'amore
L'amore
è il nostro Dio! Tutto vive d'amore:
Come
sarebbe beato chi sempre vi restasse! (I, 70)
Die
Liebe
Die
Liebe ist unser Gott! Es lebet alls durch Liebe:
Wie
selig wär ein Mensch, der stets in ihr verbliebe!
Bisogna
essere l'essere
Praticare
l'amore è grande fatica: non solo si deve
Amare,
ma essere, come Dio, l'amore stesso. (I, 71)
Man
muß das Wesen sein
Lieb
üben hat viel Müh: wir sollen nicht allein
Nur
lieben, sondern selbst, wie Gott, die Liebe sein.
Un
cuore racchiude Dio
Immensurabile
è, ben sappiamo, l'Altissimo;
eppure
un cuore umano tutto lo può racchiudere. (III, 135)
Ein
Herz umschließet Gott
Gar
unausmeßlich ist der Höchste, wie wir wissen;
Und
dennoch kann ihn ganz ein menschlich Herz umschließn!
L'amore
è eterno
La
speranza finisce, la fede si fa visione,
Le
lingue più non si parlano, e quanto costruiamo
Trapassa
con il tempo: solo l'amore resta.
Cerchiamo
dunque d'averne cura fin da ora. (III, 160)
Die
Lieb ist ewig
Die
Hoffnung höret auf, der Glaube kommt zum Schausen,
Die
Sprachen redt man nicht, und alles, was wir bauen,
Vergehet
mit der Zeit: die Liebe bleibt allein.
So
laßt uns doch schon jetzt auf sie beflissen sein!
L'amore
è l'anima della fede
La
fede sola è morta: né può vivere prima
Che
le sia ridonata la sua anima, l'amore. (III, 164)
Die
Lieb ists Glaubens Seele
Der
Glaub allein ist tot: er kann nicht eher leben,
Bis
daß ihm seine Seel, die Liebe, wird gegeben.
Morte
e tormento dell'amore
Dio
è il mio unico amore: non essergli unito
È
morte della mia anima, solo tormento del cuore. (VI, 127)
Der
Liebe Tod un Pein
Gott
ist mein einge Lieb: ihm nicht gemeine sein,
Ist
meiner Seelen Tod, meins Herzens einge Pein.
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